La Gestalt nello studio…
La Psicoterapia della Gestalt
nasce negli anni ’50 per opera di Frederick Perls che grazie alle sue pronte ed accorte intuizioni originate dall’incontro e dall’integrazione di diverse discipline riuscì a dar vita ad un nuovo approccio.
Partendo da un esame attento e critico della Psicoanalisi, Perls (medico psicoanalista), con la collaborazione di altri terapeuti, elabora l’approccio Gestaltico ispirandosi a vari movimenti di pensiero e di intervento presenti in quel momento storico: gli studi sulla percezione della Psicologia della Gestalt, la Teoria del Campo di K. Lewin, la teoria dell’autoregolazione dell’organismo di K. Goldstein, la visione Fenomenologica – Esistenziale…
La Terapia della Gestalt si rifà ad una parola tedesca Gestalten che signfica “configurare”, “mettere in forma”. La Gestalt quindi è una forma strutturata, completa e dotata di un senso che richiama ai principi dell’omonima teoria psicologica della Forma incentrata sui temi della percezione e dell’esperienza.La Psicologia della Gestalt, nei primi del ‘900, studia la percezione e le regole che la sottendono e scopre che nello stesso processo percettivo il soggetto “riconosce” l’intera figura e non i singoli stimoli/elementi che la compongono.La percezione, quindi, è un’operazione complessa che non può essere tradotta nella semplice somma dei singoli dati sensoriali acquisiti ma che evidenzia, al contrario, un’attitudine ad organizzare attivamente queste sensazioni elementari in forme (gestalt) emergenti da uno sfondo, che per vari motivi rivestono uno specifico interesse/bisogno per l’organismo.Attraverso alcuni esperimenti, emerge che l’individuo guardando una figura, scomposta in alcune porzioni, tende a “completarla” nelle sue parti mancanti. Se fallisce nel suo tentativo di dare un senso alla figura, prova tensione e frustrazione per non essere riuscito a soddisfare questo bisogno. E’ da questo bisogno che Perls espone il concetto di Gestalt incompiute affermando che la fissazione nevrotica deriva proprio dal tentativo vano, da parte del soggetto, di portare a termine, risolvere, completare una qualche esperienza vissuta. L’incapacità dell’individuo di completare una situazione implica un ritorno ripetitivo alla situazione stessa anche in momenti successivi e ciò presumibilmente ostacola la possibilità di entrare efficacemente in contatto con i contesti nuovi.Un altro tema importante della Psicologia della Gestalt è l’idea del campo percettivo organizzato nella relazione figura/sfondo elaborata da Edgar Rubin. In questo senso la forma si stacca dallo sfondo come entità individuabile perché tende all’unitarietà e alla chiusura. Nella percezione della figura, inoltre, l’esperienza passata e con essa le emozioni giocano un ruolo rilevante. Ciò significa che quando una parte è riconosciuta come familiare, viene privilegiata al punto tale che il tentativo di invertire la percezione guardando lo sfondo come figura produce una sensazione sgradevole. Da ciò emerge per la psicoterapia della Gestalt l’importanza di considerare l’esperienza emozionale della persona.
La Psicoterapia trova applicazione non solo a livello individuale ma anche nell’ambito di gruppi che possono essere continuativi, di terapia, di sviluppo e crescita personale, familiari, scolastici e aziendali.la Gestalt tuttavia diventa anche stile di vita.

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